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Novara di Sicilia, il trionfo della pietra nel borgo più bello d’Italia

Dall'etimologia del nome al fascino della Rocca. Cosa mangiare e cosa visitare nella città d'arte che non smette di incantare i turisti

Novara di Sicilia tratta dalla pagina Fb omonima

Tra i borghi più belli d’Italia c’è anche Novara di Sicilia. Il paese del trionfo della pietra si trova a 650 metri sul livello del mare. Conta 1753 abitanti (1000 nel borgo) i suoi patroni sono: Maria SS. Assunta e  Sant’Ugo Abate che si festeggiano rispettivamente il 15 e 16 agosto.

Il nome 

Un nome dalla storia affascinante che lo si fa risalire a Noa, vocabolo di origine sicana, che significa “maggese"  in relazione alla copiosa produzione  di frumento durante la colonizzazione greca. Il nome con i romani diventò Novalia (campo di grano) e con gli arabi fu Nouah (giardino, orto, fiore). In epoca medievale si chiamava Nucaria, Noara, per poi giungere al nome odierno.

Divertimenti 

Cosa fare a Novara? Sicuramente rilassanti  passeggiate a cavallo, trekking, escursioni nella pineta Mandrazzi, tiro al piattello, tennis, gioco della trottola. Da ammirare restano i paesaggi incontaminati in cui godere della bellezza della natura. Non si può non andare alla  “Rocca di Novara”. La cittadina è una “città d’arte” che vive di turismo e che attrae i visitatori soprattutto per il percorso dei mulini ad acqua. Si evidenzia anche un recupero dei lavori artigianali che rischiavano di essere abbandonati


Cosa visitare

Tanti i  siti da visitare  in un territorio caratterizzato dall'uso massiccio della pietra a testimonianza dell’arte dello scalpellino. Restano i ruderi dell'’antico castello saraceno. In un luogo in cui abbondano le chiese la più antica e piccola è quella di San Francesco del XIII secolo. Da annoverare anche  la chiesa dell’Annunziata del  XVII secolo, 
 la chiesa di Sant’Ugo Abate del  XVII secolo.  E ancora la chiesa di San Nicolò  e  le chiese monumentali di San Giorgio Martire e di Sant’Antonio Abate. Di origine  cinquecentesca  la chiesa di Sant’Antonio. Tra gli edifici ci sono: il palazzo Municipale (ex Oratorio di San Filippo Neri), il palazzo Stancanelli  e il palazzo Salvo Risicato e  casa Fontana . Da non perdere  il Mulino ad Acqua Giorginaro; la Rocca di Novara; il Museo del Duomo di Santa Maria Assunta e il Tesoro del Duomo. Si consiglia di fare un salto al Museo etno-antropologicoa a palazzo Stancanelli,  si potranno osservare oggetti legati alla cultura contadina, alla pastorizia e all’artigianato.

Piatto tipico e tradizioni culinarie locali

Il piatto tradizionale preparato a ferragosto è la pasta ‘ncasciada condita con ragù di vitello e castrato, polpette sbriciolate, melanzane, uova e pan grattato.  Da assaggiare anche lempi e trori (lampi e tuoni), con fagioli, cicerchia, granoturco, lenticchie e grano bolliti e conditi.  Trai piatti forti c'è il gusto deciso dei  frittui, carne di maiale mista a lardo, lessa insieme a cotiche, trippa, polmone, cuore, fegato dello stesso maiale.  Ma le pralibatezze culinarie non finiscono qui: tipico del luogo è il maiorchino, un particolare formaggio pecorino stagionato da più di otto mesi-Tra le altre specialità: la ricotta infornata, le provole, le nocciole e squisiti dolci a prova di dieta: u risu niru (riso mescolato a nocciole tostate con aggiunta di cacao, caffè, buccia d’arancia candita e cannella), i cassatelli (frolle con impasto di fichi secchi, miele, cannella, nocciole), i raviiò (ravioli fritti di pasta umettata con vino, ripieni di ricotta fresca profumata di cannella), a pignurada (un impastato di frolla tagliata a dadini e fritta) e i “diti d’apostolo” (iiditi d’aposturu),  cannolo di ricotta con l’involucro di pasta ricoperto di glassa.


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