Cronaca

Accreditamento alla Regione, centro chirurgico Villa Maria di Ortoliuzzo: lo strano caso del dottor Colosi

“Spesso commette un’ingiustizia non solo colui che fa qualcosa ma anche colui che non la fa”. Questa l’amara considerazione del dottor Pietro Giuseppe Colosi riguardo alla vicenda che ruota attorno alla sua richiesta di accreditamento, avanzata alla Regione, della struttura sanitaria “Centro Chirurgico Ambulatoriale Villa Maria” di Ortoliuzzo, di cui è rappresentante legale. Una vicenda che sembra quasi una battaglia contro “i mulini a vento",  portata avanti  nella convinzione di avere il pieno diritto di ottenere l’accreditamento istituzionale della struttura come presidio autonomo di  Day Surgery.  “Quando due diritti confliggono, nessuno dei due deve venire calpestato” afferma il dottore Colosi in una nota in cui riassume la lunga e complicata storia che vede sui due piatti della bilancia diritti ed interessi, per quanto tutti meritevoli di attenzione, molto squilibrati tra loro. “Da una parte i diritti delle struttura sanitaria sono sanciti a livello di Diritto Comunitario (libera Concorrenza), Costituzione Italiana (Parità tra cittadini) e Autorità Anticorruzione (Trasparenza dell’azione amministrativa) – si legge nella nota -, dall’altra vi sono prerogative dei processi di pianificazione amministrativa e di programmazione che rimangono autonomamente in capo agli Organi esecutivi di governo, che a mio avviso non mostrano la  giusta attenzione verso l'interesse pubblico  dimostrando, nel contempo,  disprezzo delle norme Comunitarie e Costituzionali”.

Tutto è iniziato quando, nel settembre 2002,  la struttura ha ottenuto l’autorizzazione dal Direttore Generale dell’ASP a Presidio Autonomo di Day Surgery, ampliando una vecchia autorizzazione rilasciata dal Sindaco nel 1997. Avendo tutti i requisiti  strutturali, tecnologici, organizzativi e di qualità, necessari a rendere potenzialmente prestazioni anche per conto del SSN (Servizio Sanitario Nazionale),  il rappresentate di Villa Maria, nel 2005, ha fatto istanza per accedere all’accreditamento. Nel 2006 la struttura è stata convenzionata e a dicembre 2007 è stata accreditata, ma tutto è durato solo un paio di mesi visto che a gennaio 2008 il riconoscimento  è stato revocato perché da un riesame dei verbali è emerso che la data in cui è stata rilasciata l’autorizzazione a day surgery era successiva a quella del decreto che istituiva l’accreditamento (giugno 2002). “Da lì è iniziato un iter giudiziario che ci ha visti finora formalmente soccombenti seppur con motivazioni che sanno di beffa in quanto nella sostanza riconoscono le nostre legittime aspettative - dichiara Colosi -. Nella Regione Sicilia esiste, per i luoghi di cura, un blocco quasi ventennale dell’accreditamento istituzionale che impedisce sia l’ingresso di nuovi operatori alla contrattualizzazione, che la concorrenza. Tale strategia è stata scelta  per creare un recinto chiuso e garantire rendite di posizioni ingiustificate. L’accreditamento – continua -  come fatto precisare dall’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), non è altro che il riconoscimento di requisiti di qualità di una struttura, peraltro mai messi in discussione in capo a Villa Maria”.

Il dottore Colosi, però, non si è arreso e intende portare avanti la sua solitaria battaglia non accettando quella che definisce una “limitazione immotivata ed a tempo indeterminato”.

Per questo a luglio 2019 ha presentato un’ulteriore istanza alla Regione a cui ha fatto seguito un altro diniego, mentre è in attesa di una risposa ad un ricorso presentato al Presidente della Regione, Nello  Musumeci, e di un riscontro ad un Atto stragiudiziale presentato all’Assessore Regionale alla Salute, Ruggero Razza, con il quale fa presente, fra le altre cose, “come anche il C.G.A. (Consiglio di Giustizia Amministrativa) preveda l’adozione di tutti gli atti necessari per la riapertura dei termini e delle procedure di accreditamento, ormai da decenni bloccate. Aspetto, questo, imposto anche dalla necessità del rispetto del principio  del libero mercato”.

Pamela Arena