Cronaca

Processi da rifare per giurati "over65", la senatrice Musolino si rivolge al Ministro della Giustizia

In gioco, per la città di Messina, il futuro delle sentenze sui casi di dell'uccisione di Lorena Quaranta e dell'untore di Aids. Per la prima pende l'appello alla sentenza della Corte d'Assise d'Appello, per la seconda è stato disposto l'annullamento

Processi da rifare perché dei membri della giuria hanno superato i 65 anni al momento della pronuncia della sentenza. Si rischia di ripartire da zero per quanto riguarda il caso del femminicidio di Lorena Quaranta e lo si farà per l'untore di Aids che ha volontariamente omesso alla compagna la sua malattia provocando la morte per contagio del virus. Sul caso di Lorena pende un appello verso le sentenze della Corte d'Assise di Messina che ha inflitto l'ergastolo all'ex compagno Antonio De Pace ed è stata annullata, invece, la sentenza di condanna a 22 anni per l'imputato affetto da Hiv

A interpellare il Ministro della giustizia Carlo Nordio in merito è la senatrice messinese del gruppo misto Dafne Musolino che ha presentato come prima firmataria una interrogazione parlamentare. "Il requisito dell'età, ovvero il limite dei 65 anni di età, doveva ricorrere al momento in cui i giudici popolari assumevano l'incarico e non già al momento precedente, ossia nella fase della lopro iscrizione nelle liste di giudici popolari, né in quello successivo, ossia n quello in cui i predetti giudici partecipavano al dibattimento", spiega Musolino nel documento. 

"I genitori di questa giovanissima dottoressa, alla cui memoria l'Università di Messina volle poi fare conseguire la Laurea in Medicina, si trovano in queste ore costretti a rivivere l'angoscia del riscio, più che concreto stante la precedente pronuncia della Corte d'Assise d'Appello di Messina, di dovere rivivere nuovamente il dramma della ricostruzione processuale della verità dei fatti e dell'affermazione della responsabiltà del colpevole (per altro reo confesso", si legge nella interrogazione. 

"Allo stesso modo, i parenti ed il figlio dell'avvocato morta a seguito di contagio da Aids, dopo avere ottenuto la pronuncia della Corte d'Assise di Messina che ha riconosciuto la colpevolezza del suo untore, dopo l'annullamento del processo da parte della Corte d'Assise d'appello si trovano costretti a dover rivivere il trauma del processo per l'affermazione della responsabilità del colpevole", prosegue. 

"Nonostante l'evidente volontà del Legislatore, il chiaro dettato normativo, l'assenza di una espressa previsione di decadenza e di obbligo di sostituzione, le due Corti d'assise d'appello (Messina e in un caso anche di Palermo, ndr) si sono uniformate ad una datata sentenza del 1998, che a sua volta aveva dato una interpretazione errata e palesemente forzata, annullando due processi con le relative condanne, mentre un altro processo sarà a breve sottoposto al vaglio della medesima eccezione pregiudiziale di rito", si legge ancora. 

"Risulta evidente che la portata di una simile interpretazione qualora assumesse il carattere della stabilità e della uniformità, esporrebbe numerosi processi al rischio di essere annullati, vanificando l'attività giudiziaria posta in essere e minando alle radici la fiducia dei cittadini verso la Giustizia e verso gli operatori del Diritto", prosegue il documento. 

Il question time è stato rinviato perché domani ci sarà la seduta congiunta di Camera e Senato per l’elezione dell’ultimo componente laico del Csm. Nel frattempo è stata depositata come interrogazione orale e sarà presentata come question time non appena il ministro Nordio andrà in aula. 


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