Cronaca

Licenziato dalla clinica Cristo Re, ma il giudice del Lavoro gli dà ragione: "Atto illegittimo"

Dopo tre anni si conclude la battaglia legale tra la casa di cura e un fisioterapista. Nel 2017 l'interruzione per giusta causa del rapporto professionale. Ma il tribunale ribalta tutto. Cgil: "Ha vinto la verità"

Si è conclusa lo scorso 14 aprile la battaglia tra la casa di cura Cristo Re e un suo dipendente che potrà tornare in servizio a distanza di quasi tre anni dal suo licenziamento.

Il giudice del Lavoro, Rosa Bonanzinga, ha infatti dichiarato illegittimo il licenziamento avvenuto il 3 agosto 2017, intimando all'azienda sanitaria la riassunzione del professionista.

La vicenda

Protagonista della vicenda è un fisioterapista in servizio nella struttura sanitaria di viale Principe Umberto dal 2005. Nell'agosto del 2017 il dipendente viene licenziato dall'azienda sanitaria che procede per giusta causa al culmine di un rapporto ostile tra le due parti, durato diversi anni. Fin dalla sua assunzione, il fisioterapista in qualità di dirigente sindacale della Fp Cgil aveva denunciato turni di lavoro iandeguati e l'impossibilità di dedicare il tempo necessario alla cura dei pazienti oltre a una serie di problematiche di carattere organizzativo. 

Da qui lo scontro e una serie di richiami e sospensioni adottate dalla direzione nei confronti del lavoratore fino al definitivo licenziamento. A maggio del 2017, infatti, la clinica contesta al proprio dipendente di aver commesso un grave abuso inserendo nelle cartelle cliniche dei degenti opinioni personali e gravi accuse, rivelatesi false, con evidente intenzione di danneggiare il datore di lavoro

Ad agosto dello stesso anno arriva la decisione del licenziamento per giusta causa senza preavviso con decorrenza giugno 2017. 

Inizia una lunga battaglia legale che ha il suo esito con la sentenza del tribunale del Lavoro emessa lo scorso 14 aprile.

Il giudice Bonanzinga ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento e per l’effetto, ha condannato la Casa di Cura Cristo Re a reintegrare il ricorrente nel posto di lavoro precedentemente occupato ed al risarcimento del danno in favore del ricorrente da quantificarsi in dodici mensilità della retribuzione globale di fatto, oltre rivalutazione ed interessi legali dal dovuto al soddisfo ed al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, oltre interessi legali.

Fp Cgil: "Ha vinto la verità"

Sulla vicenda è intervenuta la stessa Fp Cgil tramite i segretari Francesco Fucile e Antonio Trino che dall'inizio hanno rappresentato il dipendente.  "L’attività del giudice - affermano i due sindacalisti - ha evidenziato come tutte le nostre denunce, molte delle quali riportate nel corpo della sentenza, erano fondate, tant’è che i vertici della struttura non hanno saputo sostenere e dimostrare la leicità della giusta causa, nè hanno provato, nel presente giudizio, la falsità delle dichiarazioni inserite dal ricorrente. Oggi vince la verità - concludono i due rappresentanti sindacali - , con l’auspicio che l’azienda faccia tesoro di tutta la vicenda e ponga gli adeguati correttivi che hanno portato a questo epilogo e soprattutto che rivedano le loro posizioni rispetto alle nostre legittime rimostranze".


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