Cronaca

Messina è un hub per la criminalità, in provincia una mafia sempre più simile a cosa nostra

La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia presentata in Parlamento. La mappa dei clan in città e tra Milazzo e Barcellona

Messina ha sempre più un ruolo strategico per la criminalità organizzata. Lo dice la Direzione Investigativa Antimafia nella relazione semestrale presentata in Parlamento. Non caso la città dello Stretto è considerata un vero e proprio hub, posto al centro degli affari di cosa nostra palermitana e catanese e della n'drangheta. "Tale aspetto - evidenzia la Dia - conferisce alla mafia messinese caratteristiche mutevoli a seconda del territorio provinciale di riferimento". Ne deriva che il lato tirrenico presenta cellule con strutture organizzative simili a cosa nostra palermitana, quello jonico risente delle influenze delle organizzazioni catanesi anche con ingerenze nelle attività politiche ed elettorali.

Ma è la 'ndrangheta a rimanere centrale soprattutto negli affari legali al traffico di droga. La Dia conferma come la Calabria "rappresenti per le consorterie peloritane il canale preferito di approvvigionamento di droga per le locali piazze di spaccio".Tutto questo si basa su "una sorta di tacita tolleranza per garantirsi la reciproca e pacifica convivenza".

La geografia criminale messinese 

La ripartizione delle aree di influenza dei gruppi messinesi risulta sostanzialmente invariata - è l'analisi della Direzione investigativa antimafia - Nella parte settentrionale della provincia opera la cosiddetta “famiglia barcellonese” comprendente i gruppi dei “Barcellonesi”, dei “Mazzarroti”, di “Milazzo” e di “Terme Vigliatore” che nel periodo di riferimento è stata interessata dalla confisca di beni per oltre 8 milioni di euro. Nel territorio dei Monti Nebrodi risultano attivi i sodalizi dei “tortoriciani”, dei “batanesi” e dei “brontesi”.

Nella “fascia tirrenica” della provincia, ove egemone è la famiglia dei “barcellonesi” che include i gruppi milazzesi, mazzaroti e riconducibili a Terme Vigliatore. Un sodalizio a cui la Dia riconosce una "marcata capacità di riorganizzazione". Resta attiva nel settore droga così come nel business relativo ai locali notturni,.gioco d'azzardo e prostituzione. Ma penetra anche nel commercio legale tramite infiltrazioni nel mercato ortofrutticolo attraverso società intestate a terzi.

In città 

Nel capoluogo si registra l’operatività di una “cellula” di cosa nostra catanese riconducibile ai Romeo-Santapaola capace di coesistere con altri clan orientanti prevalentemente nel traffico di stupefacenti e nella gestione di scommesse clandestine.

Nella zona sud di Messina in particolare nel quartiere “Santa Lucia sopra Contesse” risulta egemone il clan Spartà. Si tratta di un gruppo criminale di indole sanguinaria come dimostrano gli esiti di un’attività investigativa che nello scorso semestre ha consentito di disarticolare una consorteria criminale contigua al citato clan operante nel capoluogo peloritano, in quello etneo e con propaggini a Roma e a Pescara dedita alla commercializzazione di elevati quantitativi di sostanze stupefacenti.