Cronaca

"Inscena la morte accidentale di Ciprian", adesso è accusato di omicidio: in carcere il fratello

I fatti risalgono a maggio del 2019. L'indagato principale è Stelin che, secondo i giudici, ha mentito sulle circostanze della morte del congiunto che non sarebbe caduto accidentalmente dal balcone. Non coincidono i rilevamenti tecnici e la versione raccontata agli inquirenti

Svolta nelle indagini sulla morte di Ciprian Catalin Apetroaei. A ucciderlo, secondo gli inquirenti, non è stata una caduta accidentale, ma il fratello Stelian Tiberius Apetroaei, che ieri è stato portato in carcere dopo la richiesta della procura di Barcellona Pozzo di Gotto, guidata dal procuratore capo Emanuele Crescenti. Sul corpo della vittima non sono stati trovati segni di caduta dall'alto. Il corpo è stato messo lì da Stelian. 

La ricostruzione dei fatti 

I fatti risalgono al 19 maggio 2019, in contrada Posto nella frazione di Femminamorta. Quella notte alle due Stelian, dopo la morte del fratello, aveva chiamato il 112 dicendo di aver ritrovato il corpo senza vita di Ciprian in giardino, verosimilmente volato giù dal balcone. L'indagato ha riferito subito agli inquirenti che, nel corso della serata, verso la mezzanotte, si era recato presso un bar della zona per riaccompagnare a casa il fratello che, poco prima, aveva avuto un diverbio con altri clienti del locale.

Dopo essere rientrati a casa Ciprian aveva chiesto a Stelian di poter tornare al bar dove aveva trascorso la serata per recuperare il cellulare che aveva accidentalmente dimenticato. Così, secondo la prima versione data dall'indagato, era andato al bar e, tornando a casa, aveva trovato il corpo esanime del fratello riverso nel giardino dell’abitazione.

Le indagini negano le dichiarazioni di Stelian 

Lo sviluppo delle indagini tuttavia forniva elementi distonici rispetto alle dichiarazioni dell'indagato. Anzitutto, la causa del decesso di Ciprian, secondo la consulenza medica, risulta dovuta ad un arresto cardio-circolatorio per grave trauma cranico con fracasso craniofacciale, causato da un oggetto di ingente peso e dotato di elevata energia cinetica, verosimilmente orientata dall'alto verso il basso.

Inoltre, dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Barcellona Pozzzo di Gotto, anche attraverso attività tecniche, sono smentito le dichiarazioni di Stelian, mostrando incompatibilità fra le dinamiche della morte e lo stato dei luoghi. Sul corpo della vittima non sono state trovate, infatti, lesioni e fratture degli arti superiori compatibili con una caduta da precipitazione ed erano inoltre presenti numerose escoriazioni derivanti da sfregamento contro una superfice rigida provocate, verosimilmente, dal trascinamento del corpo sul luogo del rinvenimento.

Infine le attività tecniche hanno permesso di accertare ulteriori contraddizioni anche in riferimento all'arco temporale dei fatti narrati dall’arrestato.


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