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S.Maria di Portosalvo dei Marinai, misteri e fede intorno alla chiesa fra tradizione e nuova ricerca di spiritualità

Le vicende del tempio che ospita stabilmente il Vascelluzzo raccontate nel libro di Felice Irrera e Liliana Nania. Giovedì 17 dicembre la presentazione

Santa Maria di Portosalvo dei Marinai, l'interno della chiesa oggi

Libri scritti con passione e puntiglio da ricercatore, dove la storia locale è in primo luogo recupero della memoria storica, senza campanilismi e provincialismi di sorta. Appartiene a questo genere l’elegante volume, appena edito, La chiesa di S. Maria di Portosalvo dei Marinai e la sua confraternita di Felice Irrera e Liliana F. Nania. Il libro nasce dalla frequentazione di un luogo non di immediata visibilità; la chiesa infatti sorge a poche decine di metri dalle trafficate piazze San Vincenzo e Casa Pia, ma quasi “alle spalle” di entrambe, nella piccola via Chiesa dei Marinai per l’appunto.

Eppure, nonostante la sua denominazione, l’edificio e la via rimangono nascosti al mare; perché la collocazione originaria della chiesa non era quella attuale ma quella della pressoché omonima chiesa sul viale della Libertà in faccia al mare. Fu qui che nel 1560 marinai e padroni di barche e vascelli la costruirono, costituendosi, nel 1565, in Confraternita, le cui regole furono approvate da papa Gregorio XIII e dal Governo del Regno delle Due Sicilie nello stesso anno, il 1582. La Confraternita mantenne la sua collocazione per quasi due secoli, fin quando il contenzioso con i Frati Riformati dell’Osservanza di S. Francesco, giunti nel frattempo a gestire il tempio (demolito nel 1622 per farne spazio ad uno più grande) non sfociò nella decisione di trovarsi un’altra sede nel quartiere di San Leone.

Se poco note al pubblico messinese sono le mura e la storia della “nuova” chiesa, molto più famigliare e sentita è la presenza in essa del Vascelluzzo, che stabilmente vi risiede uscendone solo nel giorno della solennità del Corpus Domini e di eventi straordinari e saltuari. Gli autori del libro si soffermano a lungo sul Vascelluzzo nel tentativo di ricostruirne le vicende, la sua origine, la manifattura e le operazioni/salvataggio consistenti in temporanei trasferimenti per preservarlo dalle conseguenze nefaste di catastrofi naturali (terremoti) e sventure di altro genere, guerra, saccheggi o semplici furti.

Ma una chiesa sopravvive non solo preservandola dalle intemperie naturali e della storia, ma rendendola viva in quella che è la sua funzione primaria: la promozione del culto, e nel caso specifico del culto di Maria. In tal senso si è rivelata fondamentale l’opera di Monsignor Eugenio Foti, ultimo in ordine di tempo ed attuale, cappellano della chiesa; sotto il suo impulso l’edificio – si scrive – si è trasformato in “un inno a Maria”. Basta infatti metterci piede all’interno per ritrovarsi in un tempio tutto proiettato, dagli alterali laterali alle vetrate, verso la Madre del Salvatore e “Portosalvo” per tutti coloro che la invocano. La nuova veste più propriamente mariana della chiesa è d’altronde alimentata da una ricerca spirituale anche all’interno della Confraternita, come testimoniato da numerose pubblicazioni; tra le altre citiamo quelle della stessa coautrice del volume, Liliana Nania: La spiritualità mariana della Confraternita (2015) e Prega per noi – Litanie Mariane (2017).

Il libro è ricchissimo di immagini e di spunti documentaristici che ne fanno un punto di partenza imprescindibile per future ricerche. Un esempio pertanto di ricerca storica e al contempo testimonianza di un itinerario di fede, dove tradizione e modernità convivono naturalmente senza contraddirsi.

Il libro verrà presentato giovedì 17 dicembre alle ore 16 nella Chiesa di S. Maria di Portosalvo OFS di Messina, nel viale della Libertà; relazioneranno Mons. Cesare Di Pietro, vescovo ausiliare della diocesi e il dottore Giovan Giuseppe Mellusi della Società Messinese di Storia Patria e direttore scientifico dell’Archivio Storico Messinese; modererà, alla presenza degli autori, Fortunato Marino.


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