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Arriva Tosca, dopo la prova aperta con le scuole grande attesa per la prima

Grande attesa per la Tosca di Puccini in scena al teatro Vittorio Emanuele venerdì 3 marzo alle ore 21 e domenica 5 marzo alle ore 17,30. L'opera in tre atti, la cui regia è affidata alle sapienti mani di Carlo Antonio De Lucia, professionista di primo piano del panorama non solo nazionale, fa parte della Stagione 2022/2023. Ieri, mercoledì 1 marzo, la prova generale con i ragazzi delle scuole.

A dirigere l'Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, il Coro Lirico “F. Cilea” (diretto da Bruno Tirotta) e il Coro di voci bianche “Bianco Suono” (diretto da Agnese Carrubba), sarà il maestro Carlo Palleschi, “bacchetta” di livello assoluto.

Tre i personaggi principali dell'opera: Floria Tosca, Mario Cavaradossi e il barone Scarpia. Nel personaggio di Tosca (soprano) troviamo un concentrato di vitalità, giovinezza, passione e soprattutto gelosia; è caratterizzata da una forte personalità. Cavaradossi (tenore) è la rappresentazione del giovane liberale e rivoluzionario, ma allo stesso tempo è fortemente innamorato di Tosca. Scarpia (baritono) rappresenta l’arroganza del potere, la lussuria e la perfidia umana; è un ricattatore che approfitta di tutto per raggiungere i propri scopi e lo fa con ogni mezzo; anche lui desidera Tosca, ma il suo è solo un capriccio fisico. La trama si svolge a Roma nel 1798, periodo delle guerre napoleoniche, durante il quale si formano due fazioni: i rivoluzionari, che sperano in una vittoria di Napoleone (con il desiderio che Roma torni ad essere di nuovo una repubblica) e i seguaci del papa, che chiede aiuto al re di Napoli per scongiurare l’evento.

Il primo atto si apre con la comparsa di Cesare Angelotti, un ex console della repubblica romana, il quale si rifugia nella chiesa dove Mario Cavaradossi sta dipingendo. Riconoscendo in Mario un suo amico, gli racconta di essere scappato di prigione e gli chiede aiuto; il pittore accetta di aiutarlo e lo fa nascondere a casa sua. Nel mentre arriva Tosca e mostra subito il suo amore per Mario, ma anche la sua gelosia, che la farà cadere nelle grinfie di Scarpia. Il barone infatti, che stava cercando Angelotti, fa credere a Tosca che Mario la sta tradendo; la donna, accecata dalla gelosia, si reca a casa del pittore (seguita inconsapevolmente dalle guardie di Scarpia, che lo arrestano). Il secondo atto si svolge a palazzo Farnese. Scarpia sta cenando nelle sue stanze, quando le guardie gli portano Cavaradossi e, dal momento che Angelotti non è stato trovato, il barone lo fa torturare per avere informazioni. Intanto arriva Tosca che, sentendo le grida di dolore del suo amante, per salvarlo rivela a Scarpia il nascondiglio di Angelotti. Mario viene condannato a morte con l’accusa di essere complice di un fuggitivo. Tosca disperata scongiura Scarpia di salvare Mario e in cambio acconsente di darsi a lui per una notte. Il barone fa credere alla ragazza che la fucilazione sarà simulata; rimasti soli, Tosca, presa dall’odio, afferra un coltello e lo pugnala. Nel terzo atto la scena ha luogo a Castel Sant’Angelo, dove è richiuso Mario in attesa della fucilazione. Tra le lacrime il pittore cerca di scrivere una lettera alla sua amata; in quel momento arriva Tosca e gli dice che la fucilazione sarà simulata. Giunta l’ora dell’esecuzione, Tosca aspetta che siano andati via tutti per andare da Mario ma, quando lo trova morto veramente, presa dalla disperazione, si getta dagli spalti di Castel Sant’Angelo.


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