Politica

Nasce sotto l'ombrellone la sigla “Fronte Comune”, sindaco cercansi per il dopo De Luca

di Giovanni Frazzica

Questa Sicilia diventerà Bellissima? Se ci si riferisce alla maggioranza che sostiene il presidente Musumeci forse tanto bellissima non è diventata ora che si è formato Ora Sicilia, il nuovo gruppo all’Assemblea regionale siciliana, ma certamente si è rafforzata di qualche unità. Nell’immediato Saverio Romano ha parlato di «mercato delle vacche» e poi c’è stato un reciproco scambio di complimenti al vetriolo tra Luigi Genovese e Gianfranco Micciché, ma, in verità, questa nuova operazione, che vivacizza la politica siciliana, ha la cabina di regia proprio a Messina. Da diverso tempo infatti, menti raffinate della politica messinese, molto vicine all’onorevole Francantonio Genonese, cercavano di disegnare la nuova geografia politica di Sala d’Ercole, il loro intendimento era probabilmente duplice: da un lato creare uno spazio come Gruppo, dall’altro dare sostegno al governo Musumeci che appariva sempre più debole e anemico e quindi soggetto ai capricci degli uomini della sua stessa maggioranza. Il modello di riferimento dell’operazione era “Sicilia Futura”, il gruppo trasversale immaginato dall’ex ministro Totò Cardinale, ma che aveva come co-protagonista il messinese Beppe Picciolo, allora potentissimo.

Sicilia Futura ebbe un ruolo importantissimo nel Governo Crocetta in cui entrò anche con un suo esponente di rilievo, l’assessore Maurizio Croce. In preparazione delle manovre palermitane a Messina, a palazzo Zanca, era già stato costituito il gruppo consiliare di riferimento ed i consiglieri comunali del gruppo consiliare “Ora Messina”, Nicoletta D’Angelo, Pierluigi Parisi, Francesco Pagano, Giandomenico La Fauci, avevano nominato capogruppo la consigliera Nicoletta D’Angelo. Ovviamente all’atto della costituzione il gruppo comunale si richiamava alla componente di Forza Italia vicina a Luigi Genovese, oggi il riferimento è diretto col gruppo omonimo dell’Ars. L’avvio dell’operazione fa sì che si susseguano le voci di corridoio su possibili nuovi ingressi nel gruppo Ora-Sicilia. Voci insistenti di un presunto interesse dell’autonomista Marianna Caronia (attualmente iscritta al gruppo misto) e del deputato Pd di Siracusa Giovanni Cafeo.

Tuttavia su questa operazione, che qualcuno definisce intempestiva, aleggia il tema del rimpasto di giunta e l’ipotesi, ipotizzata malignamente da qualcuno, che il gruppo parlamentare possa presentare il conto a Musumeci. «Noi non chiediamo nulla», tagliano corto da ambienti vicini ai tre parlamentari, che aggiungono: «Certo, dovesse arrivare un riconoscimento, lo accetteremo». Ovviamente, a prescindere da quanto dichiarato e tenuto anche conto di eventuali legami sotterranei, per cui i tre parlamentari aderenti a Ora-Sicilia potrebbero rappresentare solo la punta di un iceberg, questo gruppo potrebbe essere, o diventare, competitivo con chi aspira ad entrare nel gioco del previsto rimpasto del Governo regionale.

Per esempio il sindaco di Messina Cateno De Luca che, mettendo sul piatto della bilancia i 47mila conseguiti da Dafne Musolino, la sua candidata alle europee, vorrebbe incassare qualche lauta ricompensa. Su che cosa De Luca possa volere e su quello che in realtà potrebbero dargli ci sono molte ipotesi, ma nessuna certezza.

Prima della nascita di Ora Sicilia le voci di corridoio, al culmine della loro veemenza fantapolitica, erano giunte a immaginare la sostituzione di Armao con De Luca, collegando tra loro alcuni indizi, in realtà molto diversi e indipendenti: le reprimende di Miccichè contro in vice-presidente Armao da un lato e, dall’altro, il ventilato ritorno al tema delle dimissioni da sindaco di Messina di De Luca.  C’è da dire che quella delle continue dimissioni (solo annunciate) del sindaco De Luca appare ormai una pistola scarica, interviene su questo anche l’ex consigliere comunale Daniele Zuccarello che dice: “De Luca dopo la batosta presa in città alle Europee ha ricominciato con il tam tam delle dimissioni, sfidando il Consiglio Comunale su chi si dimette prima ed accusando le lobby messinesi. Scarica le colpe sempre su altri e sta diventando un disco rotto come Accorinti, sarà la sindrome che colpisce i sindaci della nostra città».

In realtà Zuccarello intende sottolineare che se è vero che la Musolino nel collegio Isole ha avuto un buon successo, nel perimetro cittadino, dove questa Giunta governa ormai da un anno ha avuto solo 8mila voti, comprendenti anche quelli di Beppe Picciolo. Luna di miele finita, bilancio negativo, che lo stesso sindaco, non è riuscito a indorare in una diretta faceboock mandata in onda con grande enfasi nei giorni scorsi. Stanchezza? Altri pensieri?

I giornalisti, taluni politici più avveduti, cittadini responsabili, hanno colto questi segni di cedimento ed hanno incominciato a raccogliersi con discrezione intorno ad una sigla provvisoria che si chiama “Fronte Comune”. I contatti, iniziati appena il sindaco ha minacciato per la seconda volta le sue dimissioni, andranno avanti fino al 20 di luglio e riprenderanno ai primi di settembre. Questa volta non si vuole correre il rischio di dovere affrontare la solita situazione di emergenza che porti come risultato finale un sindaco non ampiamente condiviso nel momento della scelta che poi possa rivelarsi inutile o indigesto e un programma raffazzonato all’ultimo minuto.

La novità di questa fase è caratterizzata da un accresciuto interesse del mondo femminile per la politica. Molti e molte si chiedono perché dopo le tante deludenti esperienze che ci sono state negli ultimi anni alla guida della Città non possa essere stavolta una donna ad occupare la poltrona più alta di palazzo Zanca.  Sono ovviamente tutti discorsi a microfoni spenti, fatti sotto gli ombrelloni e davanti alle tazzine di caffè, sappiamo benissimo che la realtà supera sempre la fantasia e finirà, ancora una volta col sorprenderci.


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