“Via delle Arti n.20”, a Maregrosso, Messina. Qui era nato il sogno del cavaliere Cammarata non appena era andato in pensione: trasformare la sua casa e l’ambiente circostante in un territorio del fantastico e della creatività. Voleva essere, a modo suo certo, un urlo verso la città che abbandonava al loro destino le periferie. Ecco quindi un lavoro incredibile, fatto con materiali poveri e di riutilizzo, ma colorato, popolato di miti, di paesaggi visti e rivisitati, di pinnacoli e fontane, di statue di animali e guerrieri, di storie di sempre. “…mettete in mano un pennello ad un bambino e non una pistola e vedrete che non sarà mai violento” diceva pressappoco così il cavaliere Cammarata mentre inseguiva con impegno il suo progetto.

Negli anni alcuni studiosi hanno cercato di riportare in vita Via delle Arti e quello che rimane della “casa Cammarata”, hanno creato associazioni, hanno animato il quartiere e chiamato artisti per far dipingere “murales”, sensibilizzando l’opinione pubblica. Ma sembra una battaglia epocale e difficile, proprio come l’avrebbe immaginata il Cavaliere. Tra quelli che più si sono impegnati per studiare e non far morire del tutto questo “sogno” c’è il prof. Pier Paolo Zampieri, sociologo dell’ambiente e del territorio che ha detto del Cavaliere: “Ciò che ha realizzato, nonostante non avesse studiato, e teoricamente non ne avesse i mezzi culturali, è un’opera territoriale, paesaggistica, urbana, ed emotiva che ha una valenza potentissima e che anticipa l’arte contemporanea. Ha compreso che con l’arte si può cappottare la realtà, e l’ha messo in pratica.» – Pier Paolo Zampieri